RECENSIONE: “Il libertino di Hidden Brook” di Antonia Romagnoli

Sinossi :

Inghilterra, 180515146646_1012755812169872_1340570764_o

Come sarà fatto un libertino? Un “vero” libertino? È questo che Victoria si domanda, dopo anni di letture proibite in collegio, quando scopre che, insieme a lei, nell’avita dimora dei Killmore, è ospite Jared Lennox, fratello di suo cognato e famigerato libertino londinese.

Ferito in un duello, il giovane è praticamente segregato nelle sue stanze… che male ci potrebbe essere nel raggiungerlo di nascosto, giusto per dargli una sbirciatina?

Quella che doveva essere una piccola bravata senza conseguenze è solo l’inizio di una serie di equivoci e malintesi che sembra condurre la coppia, passo dopo passo, verso un inesorabile altare.

Ma sarà poi così sgradevole, per i due, l’idea di un matrimonio riparatore?

Sotto lo sguardo vigile della formidabile zia Erinni, determinata a separare ciò che Dio non ha ancora unito, se da lei ritenuto inadeguato, fra passioni, tradimenti e intrighi, quello di Victoria e Jared sarà un percorso verso la reciproca conoscenza, ma soprattutto verso una crescente consapevolezza di sé.

Un racconto d’altri tempi. Una storia d’amore fuori dal tempo.

Una zia che tutti vorrebbero avere.


Recensione (a cura di Mara):

In un grigio pomeriggio di pioggia incessante, con una tazza di the e un gatto dormiglione al mio fianco, ho iniziato a leggere il romanzo di Antonia Romagnoli e mi sono felicemente ritrovata in Inghilterra, nel 1805 (nel periodo della Reggenza),in un istante, e precisamente a Killmore Court.

La casa è in subbuglio e pare che qualcuno stia per sconvolgere la vita pacifica e un po’ noiosa dei coniugi Killmore.

Harriet e Roger hanno tutto ciò che l’etichetta richiede: rispettabilità, stima, morigeratezza, stabilità economica… insomma,sono perfetti. Purtroppo, però,  uno dei  loro peggiori incubi sta per diventare realtà: ospitare sotto lo stesso  tetto Victoria e Jared , le “pecore nere” delle loro rispettive famiglie. La curiosità della giovane Victoria porta tutta una sequela di malintesi, pettegolezzi e altre vicende che sembrano inesorabilmente far convolare alle nozze i nostri due protagonisti.

Il libro si legge con estrema facilità. Il ritmo, soprattutto nella prima parte del romanzo, è vivace e ricorda molto le commedie brillanti della tradizione inglese. Per cui, tra un marito geloso, un pretendente impacciato  e l’intervento dell’eccentrica zia Erinni, la trama cattura e coinvolge.

La Romagnoli è molto brava nel farci conoscere l’etichetta dell’epoca e il quadro che compare è quello di una società indubbiamente affascinante e romantica ma anche molto rigida e pregna di regole.

“Le regole in fondo le sapeva tutte: non avevano fatto altro che ripeterle, a scuola, fino all’ossessione. Come sedersi, come alzarsi; come mangiare, come bere, di cosa parlare e quando tacere; che cosa cantare e cosa suonare, per che cosa ridere e per che cosa scandalizzarsi.”untitled

 I protagonisti della nostra storia, purtroppo, non sono esattamente quello che il bon ton richiede e per questo sono fondamentalmente due persone sole e incomprese. Si sentono come parte di un mondo estraneo e diverso da quello in cui vivono i loro familiari.

“Erano parole come quelle che la rendevano triste, come se fra lei e quel “tutti” vi fosse un baratro incolmabile di bontà, di decoro, di affetti: “tutti” erano laggiù , in un mondo diverso, separato, con regole che lei non capiva, e parlavano una lingua che non era la sua, vivevano sentimenti che non erano i suoi davano valore a cose che lei non riusciva a vedere.”

Un punto di forza di questo romanzo sono i personaggi: tutti, compresi i personaggi secondari, sono caratterizzati e descritti  con cura nell’aspetto e nel carattere. Il personaggio a cui mi sono affezionata maggiormente è Victoria, probabilmente perché ci viene presentata come una ragazza indomita con una spiccata vivacità e che passa la maggior parte del suo tempo a fare scherzi (il che mi riporta con la mente ai miei anni da liceale) ma, allo stesso tempo, è fragile perché incerta sul suo futuro e, nonostante le pressioni della famiglia, sta ancora cercando di capire sé stessa e il suo ruolo nel mondo.

Jared  ha 27 anni e viene descritto come uno dei più noti libertini che frequentano l’alta società londinese. È un uomo fatto e finito con un particolare senso dell’onore. Spiritoso e  ironico (divertenti le schermaglie con la zia Erinni!) e appassionato d’arte,  ha fatto fruttare il suo piccolo patrimonio trasformandolo in una ingente fortuna. Il suo problema principale è dovuto all’incapacità di vivere in modo maturo e di conseguenza affrontare come dovrebbe un rapporto, portandolo  in effetti a passare da una relazione all’altra senza mai impegnarsi in modo serio. A parte questo difetto è un uomo del tutto rispettabile e privo di altri vizi.

La relazione tra Jared e Victoria nel tempo cambia e si evolverà tra alti e bassi ma, sin dal principio, tra di loro si avverte una forte attrazione, quasi palpabile, che l’autrice è molto brava a farci percepire senza mai cadere in un linguaggio troppo esplicito che nel contesto di un romanzo Regency probabilmente avrebbe stonato. Del resto, si sa, ciò che non è apertamente svelato stimola l’immaginazione…

 “Aveva l’impressione che Victoria, sotto molti punti di vista, gli fosse simile:poco compresa dalla famiglia perché diversa, possedeva uno spirito che egli sentiva affine al suo.”

L’autrice ci presenta due ragazzi soli,  poco apprezzati ma che tuttavia sono molto simili tra loro, si accetteranno e cresceranno insieme nel corso della storia, grazie anche all’aiuto della zia Erinni, l’unica persona che pare realmente interessata al benessere di Victoria.

“Ora, però le cose sono cambiate, perché mia sorella ha mandato me a seguire gli interessi di mia nipote.”

Un appunto anche sulle ambientazioni: tutte molto ben descritte e caratterizzate. Killmore Court ci appare come una reggia ricca di decorazioni, suppellettili ed elementi classici; l’appartamento di Londra di Jared è, invece, arredato con uno stile moderno.  Il luogo che mi ha colpito maggiormente è Hidden Brook. Essendo la dimora di Jared, ci si poteva aspettare una casa molto moderna in linea con lo stile di Londra, in realtà la tenuta in stile elisabettiano ci appare molto più semplice, rustica, una sorta di oasi di tranquillità in campagna.

“Poteva essere benissimo la scena di una commedia di Shakespeare; poteva essere l’eremo isolato di un burbero gentiluomo di campagna, ma un giovane esuberante come Jared non riusciva ad immaginarselo in un ambiente così isolato, in una dimora dall’aspetto rustico e antiquato.”

untitled2.png

Questo dipinto di Maria Spartali rappresenta alla perfezione l’idea che mi sono fatta della dimora di Jared durante la lettura.

In conclusione trovo “Il libertino di Hidden Brook” un buon romanzo: è allegro e spensierato il che aiuta a tenere alto l’umore del lettore. Un pizzico di giallo sul finale (che forse avrei voluto fosse un po’ più lungo), arricchisce maggiormente la trama. Non mancano anche gli spunti di riflessione se si analizza la psicologia dei personaggi con attenzione.

L’autrice prende in prestito una frase del celebre Oscar Wilde: “La vita è una cosa troppo importante per parlarne con serietà”,  ed è questo lo spirito ironico e allegro che ho avvertito nella lettura.

Adatto quindi a tutte le persone romantiche amanti dei Regency e che vogliano divertirsi un po’.

firma


Biografia di Antonia Romagnoli:

Antonia Romagnoli è un’autrice e blogger piacentina.

Ha collaborato per alcuni anni con il quotidiano “la Cronaca di Piacenza” e ora si dedica alla famiglia e alla scrittura.

Finalista al Premio Galassia 2006, ha esordito con alcuni racconti fantastici in riviste e antologie. Ha pubblicato presso le Edizioni l’Età dell’Acquario “Il segreto dell’Alchimista”, primo volume della Saga delle Terre, finalista al Premio Italia 2009 e “I Signori delle Colline”. “Triagrion”, il terzo e ultimo episodio della saga, è uscito nel 2010 con Edizioni Domino.

Per Edizioni Domino ha curato, insieme all’editrice Solange Mela, la collana Pergamene per la Scuola, nella quale ha pubblicato “La Stella Incantata” e “Il mago pasticcione e le lettere dell’alfabeto”, quest’ultimo riedito nel 2015 da Rapsodia Edizioni.

A partire da settembre 2015 sono uscite le seconde edizioni, in formato digitale, de “Il segreto dell’alchimista” e degli altri episodi della saga delle Terre. I libri sono editi da Delos nella collana Odissea Digital Fantasy, che a dicembre 2016 aggiungerà alla saga il prequel ancora inedito “Aerys”.

Come autrice indipendente ha pubblicato il romanzo fantasy umoristico “La magica terra di Slupp”, la raccolta di racconti umoristici “Le fiabe sfatate” e il romance storico “La dama in grigio”.

Cura il blog “Il salotto di Miss Darcy”, in cui raccoglie articoli storici e letterari, e collabora col sito Cultura al Femminile.

Sito web: www.antoniaromagnoli.it

Blog: Ilsalotto di Miss Darcy


Dettagli

Titolo: Il libertino di HiddenBrook

Genere: Romance storico Regency

Pagine: 305 circa

Disponibile su Amazon a partire dal 12 novembre 2016

https://www.amazon.it/Il-Libertino-di-Hidden-Brook-ebook/dp/B01N02WAI3

 

 

 

 

11 pensieri su “RECENSIONE: “Il libertino di Hidden Brook” di Antonia Romagnoli

  1. Pingback: Tris di consigli: “Tre romanzi di autrici italiane” | ROMANCE E ALTRI RIMEDI

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.