Review party: “Le reginette” di Clementine Beauvais – Ed. Rizzoli

Buongiorno! Anche luglio è ricco di uscite ed eventi e, in questo periodo particolarmente caldo, spesso si è in cerca di letture estive, un po’ frizzanti.

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Ovviamente io non mi faccio piegare dal caldo e anche oggi torno da voi per presentarvi una nuova recensione.

Ringrazio la casa editrice e Silvia del blog La ragazza in rosso, per avermi coinvolto nel Review party del romanzo Le reginette di Clementine Beauvais.

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Premiate su Facebook come le tre ragazze più brutte della scuola, Mireille, Astrid e Hakima non perdono tempo a piangerci sopra. Meglio inforcare le biciclette e partire, destinazione Parigi, dove hanno tutta l’intenzione, ciascuna armata di valido motivo, di imbucarsi alla festa che ogni 14 luglio si tiene all’Eliseo. A mano a mano che la notizia del loro viaggio si diffonde, le tre ragazze sono accolte con grande entusiasmo nei paesi in cui si fermano e diventano delle vere e proprie reginette dei social media e della televisione, al punto da ricevere invito formale niente meno che dal Presidente in persona…


Recensione di Mara

Avete mai desiderato di lanciarvi in qualche impresa particolare? Io sogno da anni di fare il celebre “Coast to Coast”, ovvero la traversata degli Stati Uniti, dalla costa occidentale alla costa orientale, in macchina. Non è l’unica cosa un po’ folle che mi attira perché mi ha sempre affascinato questo modo particolare di viaggiare, e anche le protagoniste del romanzo ci sapranno stupire con un’impresa un po’ fuori dall’ordinario.

Mireille, Astrid e Hakima sono tre adolescenti che condividono un triste primato: hanno vinto il concorso su Facebook delle “Tre salsicciotte” e sono quindi state premiate dai loro compagni come le ragazze più brutte della scuola.

È fatta, i risultati sono apparsi su Facebook: io mi ritrovo Salsicciotto di Bronzo. A dire il vero sono un po’ perplessa. Dopo essere stata premiata per due anni come Salsicciotto d’Oro credevo di non schiodarmi più di lì, e invece mi ero sbagliata. Ho dato un’occhiata al titolo supremo. A ottenerlo è stata una nuova della seconda B che non conosco. Si chiama Astrid Blomvall. Ha i capelli biondi, molti brufoli, è così strabica che le si vede solo metà della pupilla sinistra; il resto rimane sempre nascosto dietro la palpebra. La scelta della giuria è condivisibile. Il titolo di Salsicciotto d’Argento è andato a una ragazzina di seconda media, Hakima Idriss. C’è da dire che anche lei è bruttarella, con quei baffi neri e il triplo mento; sembra un luccio.

Mireille, la leader del trio, non si perde d’animo e decide di non dare soddisfazione ai suoi compagni. Ho adorato questa ragazza che dimostra una forza di carattere e una maturità superiore alla media, e riesce a farsi scivolare addosso le cose: risponde a tono, è ironica e possiede un’intelligenza fuori dal comune. È una ragazza molto sola però, perché i suoi coetanei tendono a evitarla a causa del suo aspetto (in fondo chi vorrebbe uscire con una salsicciotta?) e anche a casa la situazione non è delle migliori. I genitori sembrano non rendersi conto della situazione e tendono a minimizzare i suoi problemi, ritenendoli “normale amministrazione” per una ragazza di quell’età.

Ipotizzando che le altre due vincitrici del triste premio versino in brutte condizioni psicologiche, Mireille decide di mettersi in contatto con loro per fare fronte comune. Astrid e Hakima sono due solitarie come Mireille, ma molto più deboli e insicure di lei, al punto che spesso hanno enormi difficoltà a interagire e a parlare con la gente.

Mireille diventa il loro punto di riferimento perché sembra essere l’unica che sa cosa fare e cosa dire in ogni momento. Mentre chiacchierano del più e del meno, le tre amiche scoprono di avere per puro caso un valido motivo per andare a Parigi e imbucarsi alla festa del 14 luglio. Decidono di programmare la loro impresa e di partire per Parigi, accompagnate da Kader, il fratello maggiore di Hakima e veterano di guerra. Come raggiungeranno la capitale? In fondo nessuna di loro è abbastanza adulta da avere la patente e il treno potrebbe essere troppo costoso. L’unica alternativa low cost fattibile sembra essere quella di utilizzare le biciclette.

«Anch’io avrei una ragione per andarci. Un’ottima ragione.» Strana coincidenza. Ragioni differenti ma… congiunte per andare lì il 14 luglio; per andare a interrompere la festicciola annuale e sì, perché no, per andare a ricordare loro che esistiamo. E poi, già che ci siamo, di farlo con scalpore, in grande stile. È sempre meglio, no? Quindi ecco. L’idea è sorta nella mia testa così, la sera del concorso dei Salsicciotti. Partire per Parigi… Arrivarci proprio il 14 luglio… E imbucarci al garden party dell’Eliseo.

Contando che le ragazze abitano a Bourg-en-bresse, una cittadina che si trova nel dipartimento dell’Ain, a sud-est della Francia, l’impresa non è certo una cosa da poco e i chilometri che le ragazze dovranno percorrere saranno davvero tanti. Mille contrattempi possono causare disguidi e ritardi durante il percorso, ma non si lasciano scoraggiare né da queste difficoltà né da tutte le persone che cercano di dissuaderle.

Partono, determinate, in sella alle loro bici e, mano a mano che pedalano, si accorgono che inaspettatamente il loro viaggio riscuote l’interesse dei Media e sono accolte nelle varie città come se fossero delle Star. Il romanzo narra le avventure e gli imprevisti di questo strano viaggio tra le dolci colline e le campagne francesi. L’interesse delle persone e la curiosità sono alle stelle e ogni giorno migliaia di ipotesi compaiono sui Social e i giornali: riusciranno ad arrivare a Parigi in tempo? Quale sarà lo scopo del loro viaggio? Per scoprirlo leggete il libro!

Le reginette è un romanzo a tratti surreale. In effetti è poco credibile che tre minorenni possano percorrere da sole tutti quei chilometri senza avere  nessun problema con la gendarmeria. Tuttavia, grazie all’ironia pungente dell’autrice, il libro funziona. Lo stile diretto, fresco e scorrevole rende la lettura veloce. Non sono numerose le descrizioni, ma le ho gradite molto perché mi hanno permesso di rivedere con la mente alcuni posti che ho avuto la fortuna di visitare dell’entroterra francese.

Non so se siete andati in bicicletta di recente. Magari ci andate spesso. In questo caso forse siete troppo abituati per notarla. Per notare la magia. La magia di una bicicletta sta nel fatto che è una scopa; una scopa volante che buca mucchi di aria e obbedisce al più piccolo pensiero; risponde alle dita, ai piedi, al bacino, non c’è bisogno di dire a una bicicletta dove andare, lo sa: è una scopa volante. La magia della bicicletta sta nel fatto che è anche un cavallo… sì, un cavallo fiero e atletico, che a volte ha qualche problema di zoccoli, che sbuffa e digrigna i denti quando finisce in una buca; allora bisogna accarezzare la bicicletta e parlarle, è importante: è un cavallo. La magia della bicicletta sta nel fatto che è una macchina metallica che ticchetta, un miracolo della meccanica; bisogna meravigliarsi davanti ai suoi ingranaggi. E quando ci rendiamo conto della magia della bicicletta, tutto quello che lei rappresenta si mescola con noi, e sentiamo al tempo stesso l’aria, la strada con tutte le sue crepe, ogni sobbalzo del più piccolo ingranaggio, e il sangue dentro di noi, pompato a ogni pedalata. E a un tratto è un miracoloso amalgama, una cosa sola e unica, rapida e fremente, e siamo nell’universo come se fossimo stati noi a crearlo.

È una lettura che è stata per me un po’ agrodolce. Mi spiego meglio. L’autrice ironizza (e lo fa con perspicacia e battute davvero deliziose) su alcuni temi molto attuali e scottanti: il bullismo e i Social. Il bullismo è sempre esistito (chi dice il contrario forse non si guardava troppo attorno da giovane) ma è anche vero che internet ha ingigantito il problema perché, pur di conquistare la notorietà mediatica, certi ragazzi non si fermano davanti a nulla. Nel romanzo le ragazze reagiscono e rispondono a ogni provocazione con astuzia, ma quante sono in grado, in una situazione del genere, di ribellarsi? Cadere in depressione è facile.

Malo, il personaggio più odioso del libro e ideatore del triste concorso, un tempo era amico di Mireille e hanno condiviso momenti divertenti della loro infanzia insieme. Qualcosa lo ha allontanato e lo ha spinto a diventare ostile e a compiere atti di cattiveria gratuita nei confronti della sua ex amica e delle altre due compagne. Non credo che riuscirò mai a capire il perché certi ragazzini si comportino in un determinato modo, ma ammetto di aver provato molta rabbia e tristezza.

In un’epoca in cui l’immagine è tutto e per un Like su una foto certe persone farebbero davvero di tutto, non c’è spazio per persone come Mireille che si distinguono dalla massa. L’eccessiva attenzione che viene data alla popolarità sui Social è un’altra cosa su cui riflettere (e che personalmente mi spaventa un po’).

Un’altra cosa che mi ha colpito del romanzo è l’isolamento di queste ragazze che, non solo non hanno amici, ma non hanno nemmeno il supporto e la comprensione delle famiglie o della scuola. La cosa che mi ha fatto davvero innervosire è stata che addirittura, paradossalmente, Malo abbia trovato più supporto e comprensione delle sue compagne. Frasi come “dovete comprenderlo” sono purtroppo veritiere e molto irritanti.

Le reginette è, a mio avviso, un romanzo di denuncia travestito da racconto umoristico che rallegra e intrattiene il lettore suscitando numerosi momenti di puro divertimento. L’autrice inserisce anche una velata critica sulla politica estera del proprio paese e sulle missioni all’estero in cui spesso i soldati, ragazzi poco più che adolescenti, corrono dei rischi davvero enormi e molti di loro ritornano in patria con gravi ferite o addirittura non tornano affatto.

Un unico appunto sul finale, che non mi ha completamente soddisfatto, perché l’ho trovato un po’ troppo frettoloso e lascia alcune questioni ancora aperte. Le ragazze a Parigi troveranno quello che cercano? Ovviamente non posso rispondere a questa domanda, ma posso dire che questo viaggio sarà per loro un’esperienza importante che le porterà ad acquisire maggiore fiducia in se stesse e a rinforzarne il legame.

Questa storia è stata piacevole da leggere, nonostante questi punti di debolezza, e mi ha regalato un po’ di relax.

Se siete in cerca di una lettura frizzante, estiva e volete compiere un viaggio virtuale tra le campagne francesi, il romanzo della Beauvais può fare per voi.

Il romanzo è disponibile su Amazon.

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4 pensieri su “Review party: “Le reginette” di Clementine Beauvais – Ed. Rizzoli

  1. Ma sai che mi hai incuriosita moltissimo? *0* Libri del genere sono rari… Trattare il bullismo, senza cadere troppo nella più completa serietà, non è affatto facile! 😀 Sono intrigata anche da Mireille… Sembra proprio una forza della natura ❤

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  2. Che bell’analisi Mara approfondita e reale del libro. Mi ispirava molto e dopo le tue parole ancora di più, peccato per i punti in sospeso che non spiegano quella è una cosa che mi dispiace sempre nei libri

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