Buongiorno! Oggi partecipo al blogtour del romanzo Il simbolo di Damiano Leone (ed. Gabriele Capelli Editore). Ringrazio Rose del blog La Fenice Magazine per avermi coinvolto nell’evento. Il simbolo è un romanzo storico ambientato tra Gerusalemme, Atene, Roma e l’Egitto nel periodo della vita e negli anni successivi alla morte di Gesù di Nazareth. Vi ho stuzzicato abbastanza?
Il mio compito è quello di presentarvi Beh Hamir, il protagonista della vicenda. Nella parte conclusiva del post troverete alcuni dettagli generali sul romanzo e sull’autore.
Chi è Ben Hamir? Pregi e difetti
Ben Hamir è il figlio di un’etera, e da lei introdotto alla prostituzione giovanile. Ma non appena giunto alla pubertà, la sua intima natura di maschio ha il sopravvento e la sua vita cambia in modo completo. Dapprima una serva della madre che gli fa conoscere i misteri della femminilità, poi il primo vero amore, lo indurranno a ribellarsi. Poi tutto il resto, come le sue peripezie nei letti femminili delle più aristocratiche patrizie, il ruolo di informatore imperiale, il suo incontro e l’intenso confronto con Gesù di Nazareth, come pure le sue insospettate doti di guerriero che affioreranno quando combatterà per la salvezza di chi ama, saranno parte di un lungo percorso di vita che avrà per sfondo quell’incredibile affresco storico che è il primo secolo dell’era cristiana.
Per quanto riguarda il carattere, come accade per la vita di ogni giorno, pregi e difetti di questo inconsueto protagonista dipendono molto dalla psicologia di chi legge il romanzo, non dal personaggio in sé. Forse alcuni potranno trovare Ben Hamir iconoclasta, vista la sua allergia al potere, alle religioni e in genere ai luoghi comuni che limitano la libertà di pensiero: mentre altri lo potranno considerare un individuo di rara indipendenza mentale provvisto pure di invidiabili doti umane. Ma proprio nelle ultime pagine del romanzo, rispondendo a uno studioso di passaggio che vuole conoscere le vicende della Palestina di quegli anni, tra molte altre importanti affermazioni, Ben Hamir fa questa che riassume almeno una delle sfaccettature della sua intensa esistenza: “Ho sfiorato il fulgore degli astri al vertice dell’impero e sono sprofondato nella miseria e nella disperazione. Sono stato donna e uomo assaporando il piacere in tutte le sue forme: ho osservato da vicino la luce del bene come l’orrido, oscuro baratro del male, l’egoismo e l’amore, la serenità di una famiglia o la spaventosa follia della guerra. Ed io stesso, di volta in volta, ne ho sperimentati nella carne e nello spirito la dolcezza o l’amaro…”
Ecco, difetti e pregi di Ben Hamir sono quelli di qualsiasi individuo abbastanza cosciente di essere semplicemente un uomo e, allo stesso tempo, in grado di accettare con coraggio tutto il fardello di questa consapevolezza.
“Il simbolo” di Damiano Leone
«[…] Man mano che mi allontanavo, veli cadevano dalla mente. Come nel distanziarsi dal mare non si avverte più il rumore della risacca che fino a poco prima predominava i sensi, così, separandomi da una presenza carismatica, il suo influsso pareva abbandonarmi. Di pari passo aumentava la meraviglia per essermi lasciato impegolare in discussioni filosofiche aventi la stessa, inutile e vana consistenza dei sogni spazzati via dal chiarore dell’alba».
Trama
Contemporaneo di un uomo passato alla storia con il nome di Gesù di Nazareth, il figlio di una prostituta muove i primi passi nella Palestina dominata dalle legioni di Roma: due realtà assai diverse ma destinate a incrociarsi nei loro giorni più drammatici. Avviato alla prostituzione, il giovane Ben Hamir trova conforto nell’affetto di uno schiavo comprato per fargli da tutore. Costretto a fuggire a seguito di un evento delittuoso, dopo un’istruttiva permanenza ad Atene conquista Roma – o meglio i cuori delle romane – divenendo gradito ospite dei più esclusivi palazzi nobiliari. Coinvolto nella politica imperiale fino a divenire intimo di Tiberio, proprio da lui apprenderà quanto beffardo possa mostrarsi il fato.Tornato in Palestina per ordine dell’imperatore, ad attenderlo troverà sia un nuovo che un antico amore, ma anche l’odio feroce di Ponzio Pilato, il suo più mortale nemico. Dopo aver compiuto un gesto in apparenza marginale ma destinato a sconvolgere la storia, abbandonati i lussi e le amanti sceglierà di restare lontano dai clamori del mondo. Ma Roma non si è dimenticata di lui: dovrà accettare lo sgradito incarico di informatore imperiale, assistendo così a eventi che andranno oltre ogni sua immaginazione.
Biografia dell’autore
Damiano Leone è nato a Trieste nel 1949. Di formazione tecnica, nella prima parte della vita si è interessato alle discipline scientifiche; in seguito, quando alcune vicende lo inducono ad abbandonare la professione di chimico, incoraggiato da un esperto del settore inizia a produrre artigianalmente repliche d’armi e armature antiche. Fortunatamente apprezzati, alcuni suoi lavori sono stati impiegati in film storici, esibiti in programmi televisivi culturali ed esposti in musei. Da oltre un trentennio si dedica allo studio della storia antica, dell’arte e della letteratura classica, corroborando le nozioni letterarie con frequenti visite a musei e siti archeologici di tutta Europa. Soltanto dopo il suo ritiro dall’attività lavorativa, e dopo essersi trasferito in un paesino montano del Friuli, ha potuto trovare il tempo e la serenità per realizzare un’antica ambizione: quella di dedicarsi attivamente alla narrativa. Dopo aver terminato il romanzo storico Enkidu nel 2012, nel 2015 pubblica Lo spettatore. Il simbolo è il suo terzo romanzo.
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sembra interessante
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è strano..e tocca un periodo storico che ultimamente non viene molto sfruttato
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