Buongiorno! Oggi partecipo al Review Party del romanzo Wolf Solent di John Cowper Powys. Ringrazio la casa editrice per la copia ARC e Raffaella (The Reading’s Love) per l’organizzazione dell’evento.
Sinossi
Dopo aver perso il suo lavoro di insegnante in una piccola scuola di Londra, Wolf Solent accetta un impiego come segretario di un vecchio castellano del Dorset, nello stesso villaggio dove aveva vissuto da bambino, fino alla morte del padre. Wolf è un uomo in fuga: dalla scuola dove era stato licenziato perché si era scagliato contro le invenzioni moderne, e dalla madre con il suo affetto opprimente. Ossessionato dalla disperazione impressa sul volto di un mendicante visto alla stazione Waterloo mentre era in partenza per Ramsgard, Wolf in treno riflette sulla velocità dei cambiamenti dell’epoca e sulle miserie della vita umana facendo ricorso a una sua personale «mitologia»: il potere magico di inabissarsi nella propria anima e di partecipare a una sorta di lotta cosmica tra il male e il bene. Questa capacità di astrarsi era stata la sua via di fuga dal mondo delle macchine e dalla meschinità degli uomini. A Ramsgard però Wolf non trova la serenità sperata. Omicidi, suicidi, relazioni amorose e un clima di sospetti disturbano i tranquilli recessi della sua mente e, soprattutto, la sua «mitologia» viene distrutta dalle sue stesse scelte: Wolf, infatti, sposa la bellissima Gerda, ma al tempo stesso continua a essere soggiogato dalle capacità intellettuali di Christie, in un rapporto ambivalente e complesso che lo porterà a riconsiderare drasticamente la sua visione del mondo e a ricercare un nuovo equilibrio.
Capolavoro di un «gigante dimenticato» della letteratura inglese (come è stato definito Powys dall’intellighenzia britannica), Wolf Solent, pubblicato nel 1929, è una pietra miliare e il trait-d’union tra il romanzo ottocentesco e la cultura del periodo tra le due guerre. Accostato a Thomas Hardy e D.H. Lawrence, la capacità di bilanciare abilmente misticismo e commedia di costume, contemplazione quasi estatica della bellezza della natura e imperturbabile sguardo sulla follia e i desideri umani (con un sottotesto ferocemente antimodernista), rendono John Cowper Powys un autore intramontabile e di grande fascino.
Recensione di Mara
Mi ritengo una lettrice piuttosto onnivora e mi piace passare spesso da un genere all’altro, anche per non correre il rischio di annoiarmi. Spesso, però, mi piace ritornare a immergermi tra le pagine familiari di qualche vecchio classico. Adoro la letteratura di quei tempi lontani e ho una vera e propria passione per gli autori inglesi. Non mi reputo un’esperta ma di certo sono una grande estimatrice e le notti che ho trascorso, soprattutto durante i miei anni universitari, con il naso immerso tra le pagine di qualche opera del passato sono davvero numerose.
La cosa particolare dei classici è che tra le pagine di questi romanzi riesci sempre a scoprire qualche nuova sfumatura o trovi dei concetti che a volte sono terribilmente attuali. Insomma, anche a distanza di anni i grandi autori del passato riescono ancora a sorprendermi.
Wolf Solent è un romanzo di John Cowper Powys che è stato pubblicato per la prima volta agli inizi del secolo scorso. Ammetto di non aver mai sentito parlare prima d’ora né dell’autore né del romanzo ma, quando ho notato questo libro tra le novità in uscita mi sono incuriosita e, stuzzicata dalla trama e dall’ambientazione ho subito deciso di leggerlo.
Amo tutto ciò che è British e che mi riporta anche se solo virtualmente tra le atmosfere di un’epoca ormai remota e, quindi, in cerca di un po’ di evasione e di relax mi sono lasciata trasportare dalla penna dell’autore nella vita di Wolf Solent, il protagonista del romanzo, un uomo di trentacinque anni dalla personalità complessa, che in seguito a una lunga serie di eventi ha deciso di ritornare finalmente a Dorset, un paesino immerso nella verde campagna inglese dove ha vissuto da bambino. Wolf è un uomo enigmatico, introverso che osserva il mondo che lo circonda con occhi freddi e analitici e che a volte sembra osservare le persone un po’ dall’alto in basso. Wolf è il classico personaggio che, anche se è caratterizzato fin nel minimo dettaglio in modo impeccabile e quasi maniacale, non è riuscito a farmi provare simpatia per lui. Alle spalle ha un passato particolare e un rapporto piuttosto particolare con la sua famiglia d’origine. Con il padre c’era molta tensione mentre con la madre, il rapporto è in apparenza più rilassato, ma in realtà Wolf è un po’ troppo succube per i miei gusti.
È un uomo eternamente indeciso, tormentato dai suoi dubbi e dai suoi pensieri. La sua figura è quella di un uomo che è costantemente insoddisfatto, alla ricerca di se stesso e che allo stesso tempo è talmente ancorato al passato da non essere in grado di accogliere il cambiamento.
Non solo: non aveva nessuna ambizione d’agire; non ambiva a nessuna conquista letteraria o intellettuale. Nascondeva profondamente nel suo essere un disprezzo per tutti i fenomeni umani di risonanza mondiale, che, nel suo orgoglio, era veramente malvagio. era come se fosse stato un trovatello d’un pianeta diverso, un pianeta dove i risultati della vita ‒ le grandi lotte dualistiche fra vita e morte ‒ non emergessero mai dal circolo magico della coscienza individuale.
Wolf Solent è un romanzo complesso, interessante che ci regala un ritratto realistico della società dell’epoca. Gli anni ’20 del secolo scorso sono stati un periodo davvero particolare, caratterizzato da grandi invenzioni tecnologiche che hanno portato enormi cambiamenti nella vita delle persone e non tutti probabilmente a quel tempo erano in grado di accogliere queste novità con entusiasmo e apertura mentale.
La trama di questo romanzo è piuttosto intricata e ricca di avvenimenti. I temi trattati in questo libro sono davvero numerosi e di grande importanza anche per la nostra epoca. L’eterna lotta tra il bene e il male, infatti, è uno di quei argomenti che non passerà mai di moda!
Ciò che Wolf provava nella sua mente, in quell’istante, si riassumeva in vaghe parole semiarticolate, espresse in quel margine della coscienza in cui il razionale si perde nell’irrazionale. “Questa avventura del Dorset promette di essere una cosa seria” pensò.
Per quanto io abbia trovato interessante la storia e apprezzato soprattutto il grande lavoro di caratterizzazione di tutti i personaggi coinvolti nella vicenda e la delineazione del contesto non posso negare di avere avuto una certa difficoltà nel leggere questo corposo romanzo. Il ritmo della narrazione, infatti, non è di quelli incalzanti e lo stile dell’autore molto descrittivo, ricco di metafore e a tratti quasi poetico hanno decisamente rallentato la mia velocità di lettura. Wolf Solent, quindi, non è un romanzo adatto per una lettura veloce o d’evasione e necessita di un altissimo livello di concentrazione. Questo è il tipico libro che per poterlo apprezzare in tutte le sue sfumature va centellinato e letto lentamente.
Se siete degli amanti delle descrizioni questo libro fa decisamente al caso vostro. La precisione e la meticolosità di Powys nel dipingere una scena o un paesaggio sono davvero impressionanti e ho avuto davvero l’impressione di vedere con i miei occhi anche il più piccolo dettaglio.
Aveva trentacinque anni, ora, ed era un uomo dal volto ben rasato,d’aspetto triste, con profonde occhiaie, ma sentiva il suo cuore battere di gioia ritornando, dopo un’assenza di un quarto di secolo, ai suoi prati nativi.
Wolf Solent è stata una lettura decisamente impegnativa e lunga ma mi ha anche dato grandi soddisfazioni. Ero curiosa di conoscere questa voce del passato che mi ha fatto rivivere un po’ le emozioni che ho provato leggendo anche altri autori classici come Thomas Hardy!
Consiglio questo libro agli amanti dei classici inglesi e a chi è in cerca di una lettura dal grande spessore.
Il romanzo è disponibile su Amazon.
Buona lettura!